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mercoledì 15 aprile 2009

Punto e capo

Con tutto il cuore avrei voluto finisse in un altro modo. Se fossi stata meno insicura, meno fragile, meno nevrotica, meno aggressiva, meno istabile, forse sarebbe stato diverso. Punto e a capo dopo questo grido che è arrivato tanto lontano. NOn posso continuare ad accusarti di non essere come vorrei, accuso te e accuso me. Alimento paure, rancori e fantasie che si trasformano in un rifugio nascosto e pericoloso. Non è questa la vita, non quella che voglio. Ammesso che sappia quello che voglio, so che deve essere concreta palpabile e qui adesso. La mia vita che sia un bene o che sia un male è quella che vivo a Dublino la mattina quando mi alzo, ogni giorno, è fatta di quotidianità che rifiuto, di vuoti da riempiere, di sogni da cambiare e altri da realizzare. Ma non sei tu e non lo sei mai stato, non importa che ne discutiamo, nemmeno che ci vediamo alla prossima occasione. Per che cosa? Poche ore di felicità e mesi di rifugio anti-emozioni quotidiani? Non credo sia una meravigliosa idea. Questa è tutta colpa mia. Le tue colpe sono altre, quelle ammesse e quelle no. Poi uno per consolarsi pensa che magari un giorno il destino mi porterà nel posto giusto al momento giusto, magari lì ci sarai tu. E se così non fosse non importerà più. Ho rimandato per troppo tempo l'assimilizione volto al superamento. Ho l'opzione di restare così altri tre anni almeno o iniziare a sbloccare le chiusure di sicurezza di questo rifugio in cui mi sono nascosta. Mettendo te a fare a guardia. E forse nemmeno, forse era solo un'idea di te. Ho 32 anni 3 mesi e 25 giorni, posso continuare a stare ferma sulla strada che avevo scelto di percorrere o provare ad andare avanti e capire se è giusta o sbagliata. C'è un cielo grigio che fa schifo, direi che dal mio privilegiato pit stop potrei dire che schifo e che tristezza. E invece dico che se ci fosse il sole starei facendo esattamente la stessa cosa. Stato mentale. Ho una gran voglia di vedere che succede. E non so da che parte iniziare. Questa è la risposta che non ti ho mandato, questa è la risposta che non sai essere stata scritta. Ti lascio quella con il peso insopportabile delle parole, ti lascio con il mio grido che è arrivato fino lì. Questa me la tengo io e me la rileggo come punto di partenza. Convinta del fatto che quel punto non coincide con il tuo.

Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!
Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.
T' invidio perchè ancora hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto e che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora ti ricorderai di me...

C'è Shangri-La che attende perchè il nodo che ti prende per te c'è ancora tutto da inventare.
Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.
Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedrò mai,
rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,
ma quando piangerai te stessa e ciò che è dentro in te,
allora ti ricorderai di me...

Già Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie segrete che credevi ormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.
Già temi che il giullare getti maschere e casacca
e mostri il vero volto dietro al velo della biacca,
ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,
allora ti ricorderai di me...

Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volte
o tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.
Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?
Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,
ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perchè
allora ti ricorderai di me...

Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.
Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.
Son pronti i tuoi misteri: chiama ciò che non conosci,
già corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,
ma se vorrai capire tutto questo che cos' è,
allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...


F.Guccini - Canzone Delle Ragazze Che Se Ne Vanno

giovedì 11 dicembre 2008

Primi passi

Pigrizia, assopimento celebrale e mancanza di tmepo, mi fanno sembrare questo blog un po' deprimente. Vero che non sono al massimo delle mie condizioni, vero che ho peros talemnte tanto il filo del discorso che non so da dove cominciare. Vero che ultimamente ci son stati diversi episodi non particolarmente felici nella mia vita, ma mi voglio rilanciare. E sinceramente leggo qua e la' messaggi positivi nei blog qua e la'..Sì insomma, non ho scirtto ma non ho smesso di leggere soprattutto qualcuno..


Cerco motivazioni per tornare in forma. SOlidarieta' qua e là e confesso di avere trovato davvero parole confortanti, magari non dirette a me, ma sono servite.


Quinid nonostante il freddo, il grigio di alcuni giorni, il sole che sta aperto in Irlanda, dalle 8 alle 4, beh insomma cerco di farmi coraggio. Impresa che mi sembra facile la mattina e piu' difficile verso sera. Dico ma si puo' cambiare cosi' tanto di stato d'animo dalla mattina alla sera piu' e piu' volte?
Io mi impegno a non abbandonarmi alla malinconia, la tristezza, la solitudine e tutti questi bei sentimenti positivi, sperando di vedere presto risvolti positivi...
Forse è il primo passo, vediamo dove riesco ad arrivare.

martedì 9 dicembre 2008

Fotografia

Ho appeso la tua foto al lato della porta, cercavo di trovargli un posto che non desse nell'occhio. Volevo avercela vicino, ma non troppo. Volevo essere sicura che mi guardassi, ma non volevo sentirmi i tuoi occhi puntati addosso, anche se ammetto che ogni volta che mi giro per uscire e sei lì e mi guardi mi strappi un sorriso. Tu. Una bella immmagine non completamente nitida per colpa di una scarsa messa a fuoco.
Scrivo la didascalia di una foto? Mi sembra così vicino a noi, a te.
Riesco pienamente a metterti a fuoco nella mia vita solo quando mi concentro a fondo. Se fossi qui non succederebbe, se fossi qui sarebbe tutto più chiaro, nitido. Probabilmente toglierei quella foto e la cambieri con un'altra. Questi giorni sono stati così tristi e difficili che ti ho guardato spesso. Come al solito ho sommerso le emozioni in milioni di parole, conversazioni confuse, tentativi di sentirmi come se tu fossi qui. Se prendessi carta e penna mi risponderesti, hai detto, e forse mi rispediresti dietro la mia lettera con le correzioni grammaticali sottolineate in rosso. Come a scuola. Ci saranno state almeno 1000 volte in questi giorni che anche solo la tua voce mi avrebbe dato conforto. E chissà, probabilmente e più di tutto i tuoi lunghissimi silenzi.
Ma non sei qui, e io nel delirio come al solito, che va' tutto bene, ma non è così, penso che potrebbe essere diverso, perchè nemmeno gli innumerevoli mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione colmano il vuoto che c'è. Anzi, a tratti li odio, perchè mi sembra di guardarti da dietro un vetro, ma non ti posso toccare.
E mi resta, ancora, solo questa foto, la paura di non sapere dove e quando potrò sciogliere ancora le mie emozioni dentro i tuoi abbracci.
Che non so mai se è un incontro o uno scontro. Sorrido, ironizzo e minimizzo. Solo perchè le cose non sono come vorrei.
Sì potevo essere più sintetica, meno giri di parole.
Mi manchi tutto qui.

domenica 30 novembre 2008

Anestesia

Sono infreddolita, stanca e incredula..Galleggio in un periodo di emozioni anestetizzate, non faccio in tempo a pensare e gestire ad incassare ed ecco qua, fallo da dietro. Il secondo a distanza di poco, doppia ammozione.
Espulso.
No così non vale. Il mio blog giace in silenzio, proprio come cerco di fare io, ma qualcosa capita sempre e prima o poi si ritorna a dare segni di vita.
La mia nonna si è spenta venerdì, quasi senza far rumore dall'alto dei suoi 98 anni e quasi 8 mesi. Mi sento in colpa per non averla potuta salutare per non essere stata lì, ma la lontananza mi lascia il privilegio di averla vista l'ultima volta saltandomi dalla porta della sua stanza con il solito "ci vediamo quando torni la prossima volta, mah..". Con quel mah che stava a dire come sempre che alla fine non sapeva se ci sarebbe stata. Io me ne andavo con un mezzo sorriso. Questa volta mi ha fregata sul serio. Ma è così che me la ricoderò, la sua ultima immagine non sarà la comunque breve, degenza in ospedale.
Nonostante l'accavallarsi dei ricordi, delle emozioni e il quantitativo di lacrime che continuano a scendere vedendo la sua foto, mi consolo e penso che lei è stata una delle donne più fortunate che conosco.
E la ricordo così, la mia nonna che si ricordava sempre di tutto e di tutti e che si lamentava solo perchè era sorda e diceva che era stanca di vivere. Mi sento presa dal dolore di una parte importante della mia storia che se ne va e dalla responsabilità di una parte della mia storia da portare avanti.
Lei che mi chiedeva se ero felice e non come stavo, lei che dall'alto dei suoi anni sapeva prendere tutto con tanta filosofia e mi manca già. Mi manca perchè già ora avrei bisogno di quella sua filosofia, perchè la morte ieri si è presa anche un altra persona, un amico, ma più di tutti il miglior amico del mio miglior amico. Che sembra un insulso gioco di parole, ma non è altro che una crudele realtà. E piango per il dolore di una vita spezzata, ingiustamente, troppo presto.
E allora penso che la mia nonna avrebbe detto, che sarebbe dovuto toccare a lei, che la sua vita l'aveva vissuta, ma ora non c'è nemmeno questo che lei mi può più dire. Un dolore nel dolore.
E dico a Frà che io comunque son sempre qua anche solo se non vuole piangere da solo..
Credo di essere confusa..Adesso si per favore rianestetizzatemi di nuovo le emozioni..

sabato 16 agosto 2008

Revolution #2

Sulla scia della latitanza provo a esprimere in parole un periodo di inutili contrattempi che hanno reso vano ogni mio tentativo di mantenermi in contatto con il mondo che vorrei e, soprattutto con le persone che vorrei.
Dall'inizio di luglio ad oggi sono cambiate tante cose e assolutamente nulla. Mi sembra di dovere ricominciare. Trovo casa, mi sento sollevata per lo spazio tutto mio e solo mio. Passano giorni di grandi spostamenti che mi vedono termirare, sfinita e in un mare di lacrime, nel salotto di Mariana e Alejandro a mangiare insalata, senza avere avuto nemmeno il tempo di comprare il caffè.
Cerco di gestire gli spazi di una casa piccolina, ma che è me sembra immensa. Perchè tutto deve andare bene quando c'è sempre qualcosa che può andare storto?
Dublino assaltata da una pioggia torrenziale e il tetto di casa mia che fa acqua da tutte le parti. Mi ritrovo tappezzando la cucina di pentole e pentolini cercando di pensare che non può piovere per sempre. Padrone di casa inaffidabile e sfuggente che mi dice che il tetto ha una piccola perdita. Bene, penso io, nemmeno in Iralnda non piovesse mai...
La sistemano, così dice. Tempo due giorni e il diluvio universale si abbatte su Dublino e su casa mia. La pioggia non molla, il tetto sì. TRiste e sconsolata prendo 4 cose e mi trasferisco da Fede, dove abusivamente e sommersa da borse e borsine, tutt'ora risiedo. Ieri ho vuotato tutta la casa nella quale non vivevo più da ormai 10 gg. I miliardi di cose che ho sono così, impacchettate alla rinfusa a casa di chiunque. Non so più chi ha che cosa. Oggi andrà da Nuria che sta in Brasile, ma la sua coinquilina-padrona di casa, mi offre alloggio a settimane finchè non riprendo possesso di un luogo tutto mio.
Cose qua e là e non so più dove metterle. La macchina pure mi ha giocato brutti scherzi. Una perdita da non si sa dove che quasi mi lascia a piedi. Il meccanico l'ha sistemata, dice, ma ieri si è surriscaldata tantissimo e mi sono dovuta fermare per riempirla d'acqua.
In tutto questo delirio oggi diluvia ho la macchina piena, dveo portare via le cose da casa di Fede e trovare un altro spazio dove ripartire il resto.
Sabato vado in vacanza in sardegna una settimana. Tempistica imperfetta. Ora una casa l'ho trovata e non sarà più sola, una francese e una polacca dal primo di settembre. Restano 7 giorni in cui distribuiò cose cercando di mettere insieme quelle che mi serviranno per il vaggio. POi il ritorno e un trasloco in previsione in Notturna, perchè poi arrivano i miei genitori e io ancora senza tempo...
Al lavoro sotto pressione e il clima è veramente avvilente.
Sabato scorso la città inondata di pioggia completamente paralizzata.
Gli irlandesi sono il popolo più disorganizzato che io abbia mai visto sulla faccia della terra. Inaffidabili e inconcludenti nella maggior parte dei casi in tutto questo delirio si sono dimostrati veramente poco utili per non dire inutili.
Poi tra qui e lì incontro persone speciali, che non sconvolgono equilibri, ma anche solo per poche ore regalano grandi sorrisi. Ed è a loro, soprattutto a loro che devo tanto per non dire tutto. Se martedì non h preso un aereo e non ho mollato tutto è stato davvero perchè ci sono loro. Pochi ma buoni. Che mi regalano fiducia e speranza che le cose migliorino e che non possa davvero piovere per sempre. Anche se chi lo ha detto dovrebbe stare un po' in Irlanda. A Marco, Anna, Fede, Georgi, Ruben, Ilaria, Viviana e Nuria il grazie speciale di essere come sono...
Nomi che si intrecciano in storie che fino ad ora non ho avuto tempo di spiegare. MI si prospetta una lunga settimana...
Speriamo di saltarci fuori, un grazi soprattutto all'argentina e agli argentini. E a Pablo e al bellissimo messaggio che mi ha regalato al risveglio.
Continua...

domenica 18 maggio 2008

Who will be the next?

Sono in pausa. Riflessione. Confusione. Work in progress o semplicemente poco tempo. Qui è un periodo di gran trambusto.
Il lavoro mi occupa molto più tempo di prima. Non è che sia un lavoro bellissimo, ma mi occupa più tempo. Questo è un bene, che così uno pensa molto meno..
Tutto d'un colpo succdono delle cose.
Nel giro di 4 settimane lasceranno l'irlanda diverse persone. Ma ce ne sono due che proprio lasceranno un grande vuoto.
Mi dibatto tra grandi dubbi e grandi emozioni. Faccio e disfo progetti in continuazione. Lo scorso we al The Village c'è stato il concerto dei MOdena City Ramblers ed eravamo proprio in tanti. Quando ho voltato l'angolo per entrare, per un momento mi sono sentita all'Estragon a Bologna, per un momento ho respirato aria di casa. I Modena, da quando non c'è più Cisco non mi sembrano più loro. Ma qui in terra d'Irlanda in mezzo a tutta quella gente mi sentivo a casa. Sulle note delle loro canzoni mi sono ritrovata a qualche festa di mezz'estate. Vecchi amici che avrei voluto avere qui.
Li dentro ci ho incontrato di tutto..Era il 9 maggio e i ragazzi siciliani avevavo organizzato un ironia coreografia che diceva. "Felice trentesimo compleanno). Cartelli bianchi con scritte blu. E foto di gruppo. E io, con la testa a casa.
Mercoledì arriva la prima bella notizia, Nuria ha trovato lavoro a Madrid. Inizia il 16 giugno e, finalmente, lascia l'Irlanda. Sono felice per lei ci ha passato tanti anni e le mancava la spagna. Il sole. Incasso e penso solo. Dai Carlotta tieni duro che se butta male te ne vai pure tu.
Giovedì per rincarare il colpo sento Desy, tornata dall'Italia, che mi dice che Tim ha trovato lavoro a Bruxelles e giovedì (questo giovedì) se ne vanno per sempre. NOn posso credere.
MOmento di panico. Inizio a spulciare internet. Infojobs. Devo andarmene. Voglio andare a Madrid. QUi fa ancora troppo freddo e tutti ve ne andate e io non ci resisto.
I due ragazzi che lavorabi con me se ne vanno entrambi a fine giugno. Lei torna in Francia e lui in Svizzera. COntemporaneamente. Buffo li davo per un amore che poteva sbocciare.
Presa da mille dubbi, mi chiedo per che via continuare. Oggi come non mai, mi chiedo quanto ha senso restare.
Mi manca il calore del sole, la vita di strada. POrtare le infradito. Sudore sulla fronte.
MI manca un calore che qui non c'è e non si sarà mai. E come mi ha detto Ivan la scorsa settimana, ci sono persone che hanno il mito di un'Irlanda che non c'è! O forse sì, nascosta dietro le nubi, affogata in fiumi di birra o in qualche vcchia canzone.
Venerdì sono stata ad una festa argentina, il contrasto perfetto. Persone calorose, gioviali e ospitali, ridono e bevono, ci offrono mantecol all'ingresso e ci si sente di casa.
Esci da lì, freddo polare, gente ubriaca per non dire devastata. La desolazione sociale di un popolo di alcolizzati da manuale.
Stravolti e coricati a terra. Un via vai di ambulanze a correre in aiuto. Un paese con una storia mitica e problemi di traffico di droga che stanno portando più morti e problemi di quanto non ce ne fossero durante i periodi di forte tensione dell'I.R.A....Mi ritrovo così a passeggiare lungo il fiume con il sole che quando c'è sembra non volere tramontare mai.
All'orizzonte il profilo dell'obelisco di phoenix park tinto di rosa.
L'Irlanda è contraddittoria come quello che si può scrivere di lei.
Mi giro per l'ultimo saluto a Desy e con le lacrime agli occhi torno verso casa. Sono le 11 di sera e il sole non è ancora tramontato del tutto. Sospiro e penso che quando è così è bello da perdere il fiato. Non so che fare davvero. A volte sembra solo l'attesa del momento decisivo per lasciare il paese. Forse non arriverà il momento, ma soltanto il coraggio di andare. Prima di chiudere mi chiedo, chi sarà il prossimo...

mercoledì 26 marzo 2008

Sick

Bella lì. Una settimana di nuovo lavoro e io a casa malata. Ce l'ho messa tutta. Ieri sono andata al lavoro febbricitante, sforzandomi di tenere alto il livello di concentrazione per memorizzare quello che mi stanno insegnando, mi sono imbottita di farmaci, asprine, tachipirine, sciroppi, pastiglie per la gola, vitamine, infusi, ma niente. All fine ho ceduto all'influenza, ieri sera ero in preda al panico senza nessuno che abbia avuto la decenza di accorrere in mio soccorso. Già perchè qui funziona così. Hai bisogno? ovviamente rispondo di no, sempre. Ma se una volta hai bisogno davvero, chi non è più tanto sicuro del tuo no come risposta, non alza nemmeno la cornetta. Questo mi ha fatto pensare. Io ho la pessima abitudine di non tagliare i rami secchi. In amore, amicizia, lavoro e qualsiasi altra forma di relazione io mi ritrovo a servire su un piatto d'argento una ragione per permettere agli altri di farmi incazzare. Non ha molto a che vedere con la febbre, ma intanto che imprecavo, perchè mi si è rotto pure il termometro, ho pensato che gli amici si vedono nel momento del bisogno e qui, nel momento del bisogno ne ho visti pochi e, purtroppo una se ne va' la prossima settimana.
Così riflettevo, su quanto per telefonare, se non funziona skype, ti venga fatto notare che costa stare al telefono. Bella roba. E come mi ha detto Alessandro quando è stato qui, cambia giro.
Sono molto arrabbiata e ci sono rimasta molto male e quindi ...que te den por ahi!
Comunque tornando alla mia malattia stamattina in un gesto eroico sono andata al lavoro, ma non riuscendo a stare più di 30 secondi senza tossicchiare come una tisica, la mia team leader/manager/supervisor, mi ha detto che potevo andare a casa onde evitare infettare i baldi giovani che mi stanno facedo il training. MI spiace molto, sono mortificata. SE fosse stato venerdì avrei tenuto duro, ma mancano ancor atre gg al we e, nonstante la buona volontà, non ce la potevo fare.
MOrale della favola, sono andata dal medico, che mi ha dato tre giorni e degli antibiotici da prendere. Si è raccomandato di non uscire e di non prendere freddo e mi ha detto che in questo periodo c'è pieno di malanni.
DOmani chiamerò e comunicherò la cosa, pare brutto? se ce la faccio mi sforzo almeno venerdì di andare, perchè proprio tranquillina a casa non ci riesco a stare..
Tele piccì dipendenza e troppa solitudine. Ieri ho pensato che era molto brutto essere a casa malati senza nessuno che ti prepara almeno una minestrina. I miei coinquilini sono gentili e disponibili, ma non è la stessa cosa. Per la centesima volta negli ultimi mesi mi trovo afflitta da dubbi amletici se sia il caso o meno di levare le tende. Manco avessi trovato il lavoro dei mei sogni o l'uomo della mia vita. Poi mi ripiglio e penso che ci sono ante belle cose anche qui. Sicuramente qualche inputs esterno in più e qualche psiconano in meno. Tiro fuori la bilancia e inizio a metterci su le cose per vedere da che parte pende il piatto e ho paura del risultato. O forse è solo la febbre. Domani passa.

lunedì 24 marzo 2008

Buona Pasquetta

Con ritardo e ritardata il mio augurio di Buona Pasqua giunge sul blog. Più che Pasqua è buona Pasquetta, e io, malata. Malata di brutto. La scorsa settimana, martedì per l'esattezza, ho iniziato il nuovo lavoro, quindi pare brutto che domani chiami malata, ma di fatto ho la febbre, la mia gola sta a pezzi e ho le ossa di una novantenne con l'artrosi. Bella roba. Io vado tento e se proprio rantolerò al suolo andrò a casa.
Per quanto riguarda il lavoro, sono contornata da un elevato numero di francesi, una gran scarsità di italiani e spagnoli e, il mio mentore è uno svizzero tedesco che mi fa sentire incredibilmente a disagio. Ecco in realtà se fosse fuori a bere una bira sarebbe decisamente uno a cui avrei anche qualcosa da raccontare. Ma lui è lì nel suo mondo tranquillo beato e pacifico e quando mi parla, dall'alto della sua conoscienza, io mi siedo sulla punta della sedia prendo appunti alla velocità del suono e sono super-tesa. Oh mamma!
NOnostante la sensazione di stare in un collegio svizzero il lavoro è decisamnete più interessante del precedente. Ad ogni domanda le persone hanno pure una risposta.
Mi pare chiaro che mi dovrò ampiamente dare da fare.
Per quanto riguarda altri elementi di rilievo, giovedì notte alle 2.45 am è scattato l'allarme antincedio in questo palazzo. Così noi, vestiti al volo e stravolti (chi non lo è alle 2.45 di un giorno qualunque), abbiamo assistito alla sfilata dei pompieri, arrivati con comodo che venivano a verificare che non ci fossero incendi. Sorvolando sul fatto che è stato un atto di vandalismo (e qui sono volati un paio di accvidenti), quello che io mi domando è, ma se ci fosse stato un incedio vero la casa sarebbe andata a fuoco completamente dato il tempo che questo gruppo di aitantio giovani ci ha impiegato ad arrivare. Mah...
Sfilata di soggetti tra i quali mancava Grisù (non so come si scrive), sono arrivati che sembravano reduci dal viaggio della speranza. Uno aveva un martello che sembra una clava, avevavo la stessa reattività che avevo io e ci hanno impiegato mezz'ora solo a disinnescare l'allarme. Sì insomma speriamo che non ci sia un vero incendio.
A conclusione del lungo we, venerdì sera c'è stato un tentativo di andare fare un viaggio nel sud ovest dell'Irlanda. Dico tentativo, perchè tutto quello che poteva andare storto è andato storto. E come ciliegina sulla torta la mia influenza, che ha creato non pochi problemi, essendo io l'unica autorizzata alla guida della macchina a noleggio...Siamo tornate disctrutte ieri sera. Con un terzo del viaggio completato..NOnostante tutte belle immagini che si possono ammirare nei due album alla sx del blog..MI sono emancipata e ho adottato Picasa. Mi riprometto di tornare al più presto a completare il giro.

domenica 16 marzo 2008

Adios IBM

Il tempo non ce la fa. Di male in peggio. Quintali di acqua sono scesi dal cielo. Ieri era tutto grigio buio e uniforme. NOn smetteva più. Oggi è, per lo meno altalenante. Week end di San Patrick, l'Irlanda si veste di verde ancora di più. Fiumi di alcool e di persone. Non ho grandi progetti. Mercoledì ho dato l'addio all'IBM e in questi giorni mi sono riposata in attesa di una nuova avventura. Inizio martedì. Il lavoro non mi crea grandi preoccupazioni. In compenso mi crea grandi preoccupazioni la mia macchina, l'ho portata due volte dal meccanico ogni volta che ne esce torna con un problema risolto e un problema scoperto. Questa cosa mi rende isterica. Primo perchè non è che la mie nozioni di meccanica mi portino molto lontano, secondo perchè è una continua fuoriuscita di denaro. Insomma la macchina mi sarà fondamentale per raggiungere il posto di lavoro, quindi che fare? Imprecare è inutile (ma scontato), incrociare le dita, sperare, ma soprattutto risolvere qusto noiosissimo problema. Che non è la fine del mondo, ma una di quelle cose irritanti che ti fa rendere conto di quanto dipendiamo da cose superflue. Come quando ti scordi il cellulare a casa e stai nervoso tutto il tempo, perchè chissà, magari ti chiama prorpio quella volta, una persona che proprio dovevi sentire, percheè magari con quella telefonata sarebbero potute cambiare le sorti del mondo..Sì insomma sono inviperita con il meccanico. Ora giusto per non protrarre a oltranza il problema cambio meccanico, per la serie ritenta sarai più fortunata.
Dell'IBM non credo sentirò una gran mancanza, mi dispiace ovviamente per alcune persone, ma cambio lavoro, non paese!
HO ricevuto pure un regalo quando me ne sono andata..Un bellissimo braccialetto e un voucher da spendere nel mio negozio preferito (già consumato speso in ulteriore cianfrusalglia).
Domani quindi grande sfilata di San Patrick e martedì al via la nuova avventura. Arriveranno aggiornamenti e la mia macchina si riprendraà (spero)...