venerdì 4 dicembre 2009

What's next?

Atterro in padania nuovamente. Tre anni tondi, tondi mi hanno tenuto lontana da qui, lontana dall'Italia e sono sei complessivamente quelli che ho vissuto lontano da questa "piccola città". Quella piccola città che Guccini è stato così bravo a descrivere, quelle parole che ho sempre sentito tanto mie, quella sua Modena così simile alla mia Parma.
Ora sono qui guardo fuori e non ho un piano di soppravvivenza. Ho passato la prima settimana qui come se mi avessero strappato da una vita per ricacciarmi in quella di qualcuno che non conosco. O meglio di qualcuno che conoscevo tanto tempo fa. Poi il viaggio a Costantinopoli..Bisanzio, a vedere quella Porta Sublime che fa da varco all'Oriente. Ora di nuovo qui, senza più scuse. Più rilassata, più rassegnata, forse. Si apre una nuova era. Dormo per lo più, penso che mi devo fermare per capire dove sono arrivata e soprattutto dove voglio andare. Il mio cervello non frena, va' molto più lontano di dove è, consapevole del fatto che prima o poi ne prenderà atto anche lui, anche io.
E ora che fare ci si ferma o si riparte? Convinta a fasi alterne che questo mondo non fa per me. Vedo le luci lontane di un posto non ben delineato. Sento voci di gente che parlano altre lingue. Il ritmo è cambiato, è lui troppo lento o io troppo veloce. Vorrei ritirarmi da tutto e da tutti per scegliere senza il costante condionamento. Guardo incantata il frigo dei supermercati italiani e penso che questo forse mi mancava davvero. Poi accendo la tele, solo un attimo. Funziona? Anche troppo bene..e non si può vedere. Io che per più di due anni non ce l'ho nemmeno avuta la TV.
Ora si non ti sedere, non ti adagiare, resta sulla cresta dell'onda e reagisci. La vita sono due minuti, facciamo in modo che siano intensi...
E ora che vuoi fare? Domanda ricorrente.
Ma dai ci sarà qualcosa che ti piacerebbe fare? Beh sicuro qualcosa che non mi piace.
Beh mi piacerebbe per esempio che la gente non facesse domande idiote. Perchè una cosa è certa, Dublino non è la luna e Parma non è una brutta città..Poi sai la crisi qui sta reggendo. Ma io a chi me lo chiede faccio l'esempio se starebbe comodo ad uscire di casa vestendosi coi vestiti di quando aveva 13 anni, lo puoi fare, ma sicuro ti stanno strettini...o no?

domenica 8 novembre 2009

L'importanza di mettersi d'accordo (con sè stessi più che altro)

Sono qui e vorrei essere là, sono là e vorrei essere qui. Sono così brava a essere dove non sono che credo che anni di studio non darebbero lo stesso risultato. Mi fermo e guardo. Mi sento un animale raro, mi guardo intorno e mi chiedo dove cavolo è finita la mia dimensione. L'ho vissuta e non capita, cambiata non volendo, voluta e non trovata... Non è che mi aspetto di capire tutto in due minuti, ma perchè diavolo il mio corpo, il mio cuore e il mio cervello non riescono a coordinarsi e a trovarsi tutti insieme nello stesso posto e allo stesso momento?
Non sono convinta niente. Niente, niente. Dagli errori si impara o diabolicamente si persevera? Dovrei sdoppiarmi in quattro, perchè sono talmente presuntuosa che penso di essere capace di vivere due vite parallele e due mondi paralleli essendo io una sola. Ecco, ho manie di grandezze. Tutto lì. Sono migliorata dal cambiare idea e umore ogni quarto d'ora, ora capita solo due, tre volte al giorno. Mica brava io ad ascoltarmi in silenzio. Ingarbuglio tutto. E adesso ancora sono qua e vorrei essere lì, sono lì e vorrei essere qua. Ma ora mi concentro, mi sincronizzo e, prima o poi, tutto in una volta, sparirà l'ansia e saremo io, il mio cuore, il mio corpo e il mio cervello tutti insieme in pace e d'accordo. Per ora no. Disturbi ossessivi compulsivi e una serie di psicosi tutte insieme, che fanno dell'aereporto il posto dove passo più tempo al mondo..almeno vorrei provare a cambiare mezzo di trasporto. Bene ci dormo su che oggi è stato fin troppo lungo, deve finire. Poi domani è un altro giorno e magari mi inventerò una nuova destinazione sconosciuta.

Nos sobran los motivos

(Introducción)

Este adiós, no maquilla un "hasta luego",

Este nunca, no esconde un "ojalá",

Estas cenizas, no juegan con fuego,

Este ciego, no mira para atrás.

Este notario firma lo que escribo,

Esta letra no la protestaré,

Ahórrate el acuse de recibo

Estas vísperas, son las de después

A este ruído, tan huérfano de padre

No voy a permitirle que taladre

Un corazón, podrido de latir

Este pez ya no muere por tu boca

Este loco se va con otra loca

Estos ojos no lloran mas por ti.



Esta sala de espera sin esperanza,
Estas pilas de un timbre que se secó
Este helado de fresa de la venganza
Esta empresa de mudanza
Con los muebles del amor
Esta campana mora en el campanario,
Esta mitad partida por la mitad,
Estos besos de Judas, este calvario,
Este look de presidiario,
Esta cura de humildad.
Este cambio de acera de tus caderas,
Estas ganas de nada menos de ti
Este arrabal sin grillos en primavera,
Ni espaldas con cremalleras,
Ni anillos de presumir.
Esta casita de muñecas de alterne
Este racimo de pétalos de sal
Este huracán sin ojos que lo gobierne
Este jueves, este viernes
Y el miércoles que vendrá
No abuses de mi inspiración,
No acuses a mi corazón
Tan maltrecho y ajado
Que está cerrado por derribo.
Por las arrugas de mi voz
Se filtra la desolación
De saber que estos son
Los últimos versos que te escribo,
Para decir “condios” a los dos
Nos sobran los motivos.
Este nido de pájaro disecado
Este perro andaluz sin domesticar
Este trono de príncipe destronado
Esta espina de pescado
Esta ruina de Don Juan.
Esta lágrima de hombre de las cavernas,
Esta horma del zapato de Barba Azúl,
Qué poco rato dura la vida eterna
Por el túnel de tus piernas,
Entre Córdoba y Maipú.
Esta guitarra cínica y dolorida
Con su terco knock knocking´in heaven´s door,
Estos labios que saben a despedida
A vinagre en las heridas
A pañuelo de estación
Este ladrón aparcado en tu toga
La rueca de Penélope en Luna Park
Estos celos que sueñan que te desnudan
Esta caracola viuda
Sin la pianola del mar
No abuses de mi inspiración,
No acuses a mi corazón
Tan maltrecho y ajado
Que está cerrado por derribo.
Por las arrugas de mi voz
Se filtra la desolación
De saber que estos son
Los últimos versos que te escribo,
Para decir “condios” a los dos
Nos sobran los motivos.

mercoledì 28 ottobre 2009

Dirty old town last week

Senza casa e provo a dormire in una casa che non è più la mia dopo che l'ultima la era stata fin troppo. Riportata la punto in italia, spartite le cose che restano tra gli amici che restano, eccomi qui, prima notte da ospite a Dublino. Manca una settimana al grande passo.
Per aver maledetto e benedetto questo posto troppe volte. Ho desiderato partenze e ritorni. Ora mi vedo qui quasi in una non scelta. Non pensavo sarebbe stato tanto difficile.
Sono a casa di una delle mie più care amiche qui a Dublino, la prima persona che ho conosciuto. Non potremmo essere più diverse, nella vita, nel modo nello stile e nel percorso che ci ha fatto vivere questa città. A volte penso che se non fosse stata per la "Dirty old Town" per questo via vai, per queste perosne che sono di tanti posti diversi che si mescolano a velocità luce, beh penso che se non fosse stato per quello a certe perosne a certe cose, non sarei mai arrivata.
Prima considerazione che faccio è che se non avessi passato 3 anni della mia vita in questo posto non avrei mai capito realmente il concetto di diversità che c'è in giro.
Curioso me ne vado il 5 novembre ed è stato il Domenica 5 novembre 2006 che sono arrivata a Dublino.
Il cerchio si chiude, tre anni il numero tre il numero perfetto. Ho cambiato 9 case, 3 lavori e miliardi di persone hanno incrociato il loro cammino con il mio.
Torno a casa a fare il punto della situazione. Che sia un mese, un anno o tutta la vita, finchè non torno non capirò.
Respiro a fondo..Una sorsata di mate e torno a leggere Rayuela. Un libro scelto non a caso.

Vecchia sporca Dublino per un figlio che ritorna
sei una madre che attende al tramonto
con la puzza di alcool, coi baci e le canzoni
per chi è stato un prigionero lontano
c'è una bomba e una pistola, un inglese da accoppare
e una divisa dell'esercito in verde
ma è sempre soltanto la stessa vacchia storia e nessuna lo capirà
Ma lasciatemi qui nel mio pezzo di cielo ad affogare i cattivi ricordi
nelle vie di Dublino il poeta è da solo e nessuno lo salverà


mercoledì 2 settembre 2009

Riprendiamo, ma non so più dove eravamo rimasti..

Lentamente muore

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza,
per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.






Muere Lentamente


Muere lentamente quien se transforma en esclavo del hábito, repitiendo todos los días los mismos trayectos, quien no cambia de marca, no arriesga vestir un color nuevo y no le habla a quien no conoce.

Muere lentamente quien evita una pasión, quien prefiere el negro sobre blanco y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones, justamente las que rescatan el brillo de los ojos, sonrisas de los bostezos, corazones a los tropiezos y sentimientos.

Muere lentamente quien no voltea la mesa cuando está infeliz en el trabajo, quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño, quien no se permite por lo menos una vez en la vida, huir de los consejos sensatos.

Muere lentamente quien no viaja, quien no lee, quien no oye música, quien no encuentra gracia en sí mismo.

Muere lentamente quien destruye su amor propio, quien no se deja ayudar.

Muere lentamente, quien pasa los días quejándose de su mala suerte o de la lluvia incesante.

Muere lentamente, quien abandona un proyecto antes de iniciarlo, no preguntando de un asunto que desconoce o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.

Evitemos la muerte en suaves cuotas, recordando siempre que estar vivo exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.

Solamente la ardiente paciencia hará que conquistemos una espléndida felicidad.

(P. Neruda)

mercoledì 15 aprile 2009

Punto e capo

Con tutto il cuore avrei voluto finisse in un altro modo. Se fossi stata meno insicura, meno fragile, meno nevrotica, meno aggressiva, meno istabile, forse sarebbe stato diverso. Punto e a capo dopo questo grido che è arrivato tanto lontano. NOn posso continuare ad accusarti di non essere come vorrei, accuso te e accuso me. Alimento paure, rancori e fantasie che si trasformano in un rifugio nascosto e pericoloso. Non è questa la vita, non quella che voglio. Ammesso che sappia quello che voglio, so che deve essere concreta palpabile e qui adesso. La mia vita che sia un bene o che sia un male è quella che vivo a Dublino la mattina quando mi alzo, ogni giorno, è fatta di quotidianità che rifiuto, di vuoti da riempiere, di sogni da cambiare e altri da realizzare. Ma non sei tu e non lo sei mai stato, non importa che ne discutiamo, nemmeno che ci vediamo alla prossima occasione. Per che cosa? Poche ore di felicità e mesi di rifugio anti-emozioni quotidiani? Non credo sia una meravigliosa idea. Questa è tutta colpa mia. Le tue colpe sono altre, quelle ammesse e quelle no. Poi uno per consolarsi pensa che magari un giorno il destino mi porterà nel posto giusto al momento giusto, magari lì ci sarai tu. E se così non fosse non importerà più. Ho rimandato per troppo tempo l'assimilizione volto al superamento. Ho l'opzione di restare così altri tre anni almeno o iniziare a sbloccare le chiusure di sicurezza di questo rifugio in cui mi sono nascosta. Mettendo te a fare a guardia. E forse nemmeno, forse era solo un'idea di te. Ho 32 anni 3 mesi e 25 giorni, posso continuare a stare ferma sulla strada che avevo scelto di percorrere o provare ad andare avanti e capire se è giusta o sbagliata. C'è un cielo grigio che fa schifo, direi che dal mio privilegiato pit stop potrei dire che schifo e che tristezza. E invece dico che se ci fosse il sole starei facendo esattamente la stessa cosa. Stato mentale. Ho una gran voglia di vedere che succede. E non so da che parte iniziare. Questa è la risposta che non ti ho mandato, questa è la risposta che non sai essere stata scritta. Ti lascio quella con il peso insopportabile delle parole, ti lascio con il mio grido che è arrivato fino lì. Questa me la tengo io e me la rileggo come punto di partenza. Convinta del fatto che quel punto non coincide con il tuo.

Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!
Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.
T' invidio perchè ancora hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto e che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora ti ricorderai di me...

C'è Shangri-La che attende perchè il nodo che ti prende per te c'è ancora tutto da inventare.
Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.
Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedrò mai,
rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,
ma quando piangerai te stessa e ciò che è dentro in te,
allora ti ricorderai di me...

Già Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie segrete che credevi ormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.
Già temi che il giullare getti maschere e casacca
e mostri il vero volto dietro al velo della biacca,
ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,
allora ti ricorderai di me...

Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volte
o tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.
Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?
Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,
ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perchè
allora ti ricorderai di me...

Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.
Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.
Son pronti i tuoi misteri: chiama ciò che non conosci,
già corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,
ma se vorrai capire tutto questo che cos' è,
allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...


F.Guccini - Canzone Delle Ragazze Che Se Ne Vanno

martedì 31 marzo 2009

Impasse

Volevo cambiare blog per torvare nuove motivazioni, volevo cambiare blog perche' forse qui non trovavo piu' il filo logico. Tutte le volte che mi andava di dire qualcosa, me lo sono tenuto lì per unn'ispiraizone più idonea. Poi ieri notte mi è venuta voglia di accendere il PC e di mettermi a scrivere un posto. Anche se ero sepolta viva nelle coperte...Anche se era tardi e tanto a dormire non ci riuscivo. Un messaggio al quale sono arrivata troppo tardi, per poter far finta di niente e mettermi semplicemente a dormire. Quel battito assurdo e accellerato che in tanto tempo solo tu anche da altrove sei risucito a darmi. Ho gli occhi stanchi e il nodo in gola, vorrei parlarti, dio ti prego rassicurami. Oppure sparisci per sempre. Silenzio.
Come sempre sono incpace di vivere il presente e pensare al futuro solo perche' mi incastro in un passato, che guarda caso è l;unica cosa che non si puo' cambiare. E allora mi chiedo quando si tocca il fondo non si dovrebbe iniziare a salire? O scavare? Non mi sembra di vedere il fondo e ancora non mi sembra che sto scavando.. Sento un bruciore dentro, potrebeb questo essere ababstanza forte da farmi reagire?
Non lo so. Impasse.