mercoledì 15 aprile 2009

Punto e capo

Con tutto il cuore avrei voluto finisse in un altro modo. Se fossi stata meno insicura, meno fragile, meno nevrotica, meno aggressiva, meno istabile, forse sarebbe stato diverso. Punto e a capo dopo questo grido che è arrivato tanto lontano. NOn posso continuare ad accusarti di non essere come vorrei, accuso te e accuso me. Alimento paure, rancori e fantasie che si trasformano in un rifugio nascosto e pericoloso. Non è questa la vita, non quella che voglio. Ammesso che sappia quello che voglio, so che deve essere concreta palpabile e qui adesso. La mia vita che sia un bene o che sia un male è quella che vivo a Dublino la mattina quando mi alzo, ogni giorno, è fatta di quotidianità che rifiuto, di vuoti da riempiere, di sogni da cambiare e altri da realizzare. Ma non sei tu e non lo sei mai stato, non importa che ne discutiamo, nemmeno che ci vediamo alla prossima occasione. Per che cosa? Poche ore di felicità e mesi di rifugio anti-emozioni quotidiani? Non credo sia una meravigliosa idea. Questa è tutta colpa mia. Le tue colpe sono altre, quelle ammesse e quelle no. Poi uno per consolarsi pensa che magari un giorno il destino mi porterà nel posto giusto al momento giusto, magari lì ci sarai tu. E se così non fosse non importerà più. Ho rimandato per troppo tempo l'assimilizione volto al superamento. Ho l'opzione di restare così altri tre anni almeno o iniziare a sbloccare le chiusure di sicurezza di questo rifugio in cui mi sono nascosta. Mettendo te a fare a guardia. E forse nemmeno, forse era solo un'idea di te. Ho 32 anni 3 mesi e 25 giorni, posso continuare a stare ferma sulla strada che avevo scelto di percorrere o provare ad andare avanti e capire se è giusta o sbagliata. C'è un cielo grigio che fa schifo, direi che dal mio privilegiato pit stop potrei dire che schifo e che tristezza. E invece dico che se ci fosse il sole starei facendo esattamente la stessa cosa. Stato mentale. Ho una gran voglia di vedere che succede. E non so da che parte iniziare. Questa è la risposta che non ti ho mandato, questa è la risposta che non sai essere stata scritta. Ti lascio quella con il peso insopportabile delle parole, ti lascio con il mio grido che è arrivato fino lì. Questa me la tengo io e me la rileggo come punto di partenza. Convinta del fatto che quel punto non coincide con il tuo.

Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!
Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.
T' invidio perchè ancora hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto e che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora ti ricorderai di me...

C'è Shangri-La che attende perchè il nodo che ti prende per te c'è ancora tutto da inventare.
Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.
Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedrò mai,
rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,
ma quando piangerai te stessa e ciò che è dentro in te,
allora ti ricorderai di me...

Già Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie segrete che credevi ormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.
Già temi che il giullare getti maschere e casacca
e mostri il vero volto dietro al velo della biacca,
ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,
allora ti ricorderai di me...

Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volte
o tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.
Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?
Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,
ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perchè
allora ti ricorderai di me...

Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.
Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.
Son pronti i tuoi misteri: chiama ciò che non conosci,
già corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,
ma se vorrai capire tutto questo che cos' è,
allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...


F.Guccini - Canzone Delle Ragazze Che Se Ne Vanno

martedì 31 marzo 2009

Impasse

Volevo cambiare blog per torvare nuove motivazioni, volevo cambiare blog perche' forse qui non trovavo piu' il filo logico. Tutte le volte che mi andava di dire qualcosa, me lo sono tenuto lì per unn'ispiraizone più idonea. Poi ieri notte mi è venuta voglia di accendere il PC e di mettermi a scrivere un posto. Anche se ero sepolta viva nelle coperte...Anche se era tardi e tanto a dormire non ci riuscivo. Un messaggio al quale sono arrivata troppo tardi, per poter far finta di niente e mettermi semplicemente a dormire. Quel battito assurdo e accellerato che in tanto tempo solo tu anche da altrove sei risucito a darmi. Ho gli occhi stanchi e il nodo in gola, vorrei parlarti, dio ti prego rassicurami. Oppure sparisci per sempre. Silenzio.
Come sempre sono incpace di vivere il presente e pensare al futuro solo perche' mi incastro in un passato, che guarda caso è l;unica cosa che non si puo' cambiare. E allora mi chiedo quando si tocca il fondo non si dovrebbe iniziare a salire? O scavare? Non mi sembra di vedere il fondo e ancora non mi sembra che sto scavando.. Sento un bruciore dentro, potrebeb questo essere ababstanza forte da farmi reagire?
Non lo so. Impasse.

giovedì 11 dicembre 2008

Primi passi

Pigrizia, assopimento celebrale e mancanza di tmepo, mi fanno sembrare questo blog un po' deprimente. Vero che non sono al massimo delle mie condizioni, vero che ho peros talemnte tanto il filo del discorso che non so da dove cominciare. Vero che ultimamente ci son stati diversi episodi non particolarmente felici nella mia vita, ma mi voglio rilanciare. E sinceramente leggo qua e la' messaggi positivi nei blog qua e la'..Sì insomma, non ho scirtto ma non ho smesso di leggere soprattutto qualcuno..


Cerco motivazioni per tornare in forma. SOlidarieta' qua e là e confesso di avere trovato davvero parole confortanti, magari non dirette a me, ma sono servite.


Quinid nonostante il freddo, il grigio di alcuni giorni, il sole che sta aperto in Irlanda, dalle 8 alle 4, beh insomma cerco di farmi coraggio. Impresa che mi sembra facile la mattina e piu' difficile verso sera. Dico ma si puo' cambiare cosi' tanto di stato d'animo dalla mattina alla sera piu' e piu' volte?
Io mi impegno a non abbandonarmi alla malinconia, la tristezza, la solitudine e tutti questi bei sentimenti positivi, sperando di vedere presto risvolti positivi...
Forse è il primo passo, vediamo dove riesco ad arrivare.

martedì 9 dicembre 2008

Fotografia

Ho appeso la tua foto al lato della porta, cercavo di trovargli un posto che non desse nell'occhio. Volevo avercela vicino, ma non troppo. Volevo essere sicura che mi guardassi, ma non volevo sentirmi i tuoi occhi puntati addosso, anche se ammetto che ogni volta che mi giro per uscire e sei lì e mi guardi mi strappi un sorriso. Tu. Una bella immmagine non completamente nitida per colpa di una scarsa messa a fuoco.
Scrivo la didascalia di una foto? Mi sembra così vicino a noi, a te.
Riesco pienamente a metterti a fuoco nella mia vita solo quando mi concentro a fondo. Se fossi qui non succederebbe, se fossi qui sarebbe tutto più chiaro, nitido. Probabilmente toglierei quella foto e la cambieri con un'altra. Questi giorni sono stati così tristi e difficili che ti ho guardato spesso. Come al solito ho sommerso le emozioni in milioni di parole, conversazioni confuse, tentativi di sentirmi come se tu fossi qui. Se prendessi carta e penna mi risponderesti, hai detto, e forse mi rispediresti dietro la mia lettera con le correzioni grammaticali sottolineate in rosso. Come a scuola. Ci saranno state almeno 1000 volte in questi giorni che anche solo la tua voce mi avrebbe dato conforto. E chissà, probabilmente e più di tutto i tuoi lunghissimi silenzi.
Ma non sei qui, e io nel delirio come al solito, che va' tutto bene, ma non è così, penso che potrebbe essere diverso, perchè nemmeno gli innumerevoli mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione colmano il vuoto che c'è. Anzi, a tratti li odio, perchè mi sembra di guardarti da dietro un vetro, ma non ti posso toccare.
E mi resta, ancora, solo questa foto, la paura di non sapere dove e quando potrò sciogliere ancora le mie emozioni dentro i tuoi abbracci.
Che non so mai se è un incontro o uno scontro. Sorrido, ironizzo e minimizzo. Solo perchè le cose non sono come vorrei.
Sì potevo essere più sintetica, meno giri di parole.
Mi manchi tutto qui.

domenica 30 novembre 2008

Anestesia

Sono infreddolita, stanca e incredula..Galleggio in un periodo di emozioni anestetizzate, non faccio in tempo a pensare e gestire ad incassare ed ecco qua, fallo da dietro. Il secondo a distanza di poco, doppia ammozione.
Espulso.
No così non vale. Il mio blog giace in silenzio, proprio come cerco di fare io, ma qualcosa capita sempre e prima o poi si ritorna a dare segni di vita.
La mia nonna si è spenta venerdì, quasi senza far rumore dall'alto dei suoi 98 anni e quasi 8 mesi. Mi sento in colpa per non averla potuta salutare per non essere stata lì, ma la lontananza mi lascia il privilegio di averla vista l'ultima volta saltandomi dalla porta della sua stanza con il solito "ci vediamo quando torni la prossima volta, mah..". Con quel mah che stava a dire come sempre che alla fine non sapeva se ci sarebbe stata. Io me ne andavo con un mezzo sorriso. Questa volta mi ha fregata sul serio. Ma è così che me la ricoderò, la sua ultima immagine non sarà la comunque breve, degenza in ospedale.
Nonostante l'accavallarsi dei ricordi, delle emozioni e il quantitativo di lacrime che continuano a scendere vedendo la sua foto, mi consolo e penso che lei è stata una delle donne più fortunate che conosco.
E la ricordo così, la mia nonna che si ricordava sempre di tutto e di tutti e che si lamentava solo perchè era sorda e diceva che era stanca di vivere. Mi sento presa dal dolore di una parte importante della mia storia che se ne va e dalla responsabilità di una parte della mia storia da portare avanti.
Lei che mi chiedeva se ero felice e non come stavo, lei che dall'alto dei suoi anni sapeva prendere tutto con tanta filosofia e mi manca già. Mi manca perchè già ora avrei bisogno di quella sua filosofia, perchè la morte ieri si è presa anche un altra persona, un amico, ma più di tutti il miglior amico del mio miglior amico. Che sembra un insulso gioco di parole, ma non è altro che una crudele realtà. E piango per il dolore di una vita spezzata, ingiustamente, troppo presto.
E allora penso che la mia nonna avrebbe detto, che sarebbe dovuto toccare a lei, che la sua vita l'aveva vissuta, ma ora non c'è nemmeno questo che lei mi può più dire. Un dolore nel dolore.
E dico a Frà che io comunque son sempre qua anche solo se non vuole piangere da solo..
Credo di essere confusa..Adesso si per favore rianestetizzatemi di nuovo le emozioni..

sabato 16 agosto 2008

Revolution #2

Sulla scia della latitanza provo a esprimere in parole un periodo di inutili contrattempi che hanno reso vano ogni mio tentativo di mantenermi in contatto con il mondo che vorrei e, soprattutto con le persone che vorrei.
Dall'inizio di luglio ad oggi sono cambiate tante cose e assolutamente nulla. Mi sembra di dovere ricominciare. Trovo casa, mi sento sollevata per lo spazio tutto mio e solo mio. Passano giorni di grandi spostamenti che mi vedono termirare, sfinita e in un mare di lacrime, nel salotto di Mariana e Alejandro a mangiare insalata, senza avere avuto nemmeno il tempo di comprare il caffè.
Cerco di gestire gli spazi di una casa piccolina, ma che è me sembra immensa. Perchè tutto deve andare bene quando c'è sempre qualcosa che può andare storto?
Dublino assaltata da una pioggia torrenziale e il tetto di casa mia che fa acqua da tutte le parti. Mi ritrovo tappezzando la cucina di pentole e pentolini cercando di pensare che non può piovere per sempre. Padrone di casa inaffidabile e sfuggente che mi dice che il tetto ha una piccola perdita. Bene, penso io, nemmeno in Iralnda non piovesse mai...
La sistemano, così dice. Tempo due giorni e il diluvio universale si abbatte su Dublino e su casa mia. La pioggia non molla, il tetto sì. TRiste e sconsolata prendo 4 cose e mi trasferisco da Fede, dove abusivamente e sommersa da borse e borsine, tutt'ora risiedo. Ieri ho vuotato tutta la casa nella quale non vivevo più da ormai 10 gg. I miliardi di cose che ho sono così, impacchettate alla rinfusa a casa di chiunque. Non so più chi ha che cosa. Oggi andrà da Nuria che sta in Brasile, ma la sua coinquilina-padrona di casa, mi offre alloggio a settimane finchè non riprendo possesso di un luogo tutto mio.
Cose qua e là e non so più dove metterle. La macchina pure mi ha giocato brutti scherzi. Una perdita da non si sa dove che quasi mi lascia a piedi. Il meccanico l'ha sistemata, dice, ma ieri si è surriscaldata tantissimo e mi sono dovuta fermare per riempirla d'acqua.
In tutto questo delirio oggi diluvia ho la macchina piena, dveo portare via le cose da casa di Fede e trovare un altro spazio dove ripartire il resto.
Sabato vado in vacanza in sardegna una settimana. Tempistica imperfetta. Ora una casa l'ho trovata e non sarà più sola, una francese e una polacca dal primo di settembre. Restano 7 giorni in cui distribuiò cose cercando di mettere insieme quelle che mi serviranno per il vaggio. POi il ritorno e un trasloco in previsione in Notturna, perchè poi arrivano i miei genitori e io ancora senza tempo...
Al lavoro sotto pressione e il clima è veramente avvilente.
Sabato scorso la città inondata di pioggia completamente paralizzata.
Gli irlandesi sono il popolo più disorganizzato che io abbia mai visto sulla faccia della terra. Inaffidabili e inconcludenti nella maggior parte dei casi in tutto questo delirio si sono dimostrati veramente poco utili per non dire inutili.
Poi tra qui e lì incontro persone speciali, che non sconvolgono equilibri, ma anche solo per poche ore regalano grandi sorrisi. Ed è a loro, soprattutto a loro che devo tanto per non dire tutto. Se martedì non h preso un aereo e non ho mollato tutto è stato davvero perchè ci sono loro. Pochi ma buoni. Che mi regalano fiducia e speranza che le cose migliorino e che non possa davvero piovere per sempre. Anche se chi lo ha detto dovrebbe stare un po' in Irlanda. A Marco, Anna, Fede, Georgi, Ruben, Ilaria, Viviana e Nuria il grazie speciale di essere come sono...
Nomi che si intrecciano in storie che fino ad ora non ho avuto tempo di spiegare. MI si prospetta una lunga settimana...
Speriamo di saltarci fuori, un grazi soprattutto all'argentina e agli argentini. E a Pablo e al bellissimo messaggio che mi ha regalato al risveglio.
Continua...

mercoledì 9 luglio 2008

Revolution

Quasi quasi mi perdevo. Cioè ad un certo punto in preda llo sconforto delle partenze stavo partendo anche io. Non ce la potevo fare, non riuscivo a pensare che tutti quelli che mi facevano sentire a casa qui se ne andavano e che, anche al lavoro mi sarei trovata in un mare di cacca. Beh morale della favola le persone sono partite tutte e altre partono nel prossimo we.
Al lavoro mi sono trovata sotto pesante pressione. Ammetto che la pressione più che per il quantitativo di cose da fare è stata per il quantitativo di cose da fare che non spaevo fare. Siamo ancora lì. In quel mare di cacca. Sono arrivati due nuovi che hanno iniziato lunedì e che ancora non ho capito.
Uno, tedesco, super quadrata e assolutamente immerso nel sistema di apprendimento. Roba da dirgli to', prendi sti vecchi file di excel, guardati le pivot, capisci come funziona e inizia a provare. E questo cosa ci sfodera dal cappello magico? Un bel blocco di appunti dove ha copiato e incollato tutti i passaggi che ha fatto facendo la stampa delle videate. E lì ho capito percheè in aereoporto a Francoforte la gente sussurrava, e stava tutta in fila e invece in Italia non sanno nenache dividere le file dell'imbarco a priorità dalle altre.
Una roba da presentazione in power point, che manco per la tesi serve tanto.
MOrale della favola. Si suppone che io lavori per tre inseganndo a loro quello che nemmeno io so e nel frattempo a mia volta mi facciano fare un trianing.
Sto per svenire, mi sognole pivot di excel la notte. Mi sveglio e penso, dio mio non ce la posso fare...
In più mi trasloco. Un monolocale tutto mio, anzi lo definirei un minilocale. Ma chi se ne frega. Il padrone di casa ha un figlio figo ed è molto simpatico. POi super corretto. La vita di sharing-flat alla soglia dei 32 cerco di abbandonarla, per così dire cerco di emancipamri. Solo in questo, ma va' bene così.
Ora sto impazzendo a cercare qualcuno che prenda il mio posto qui, allo stesso modo, penso che dovrò in quache modo infilare tutto in quel minilocale e poi che tra due settimane vado a Praga per lavoro...
In tutto questo avrei voluto scrivere due righe, ma non ho ancora capito da che parte iniziare. Ci vuole tempo per metabolizzare le cose :-)