Lei era l'altra. Lei era come io non potevo essere. Aveva tutto quello che mancava a me. E' vero che mi chiamavano "bella", lo so, perfino "la più bella", ma intanto restavano seri. Quando passava lei, sorridevano tutti, il primo sacerdote e l'ultimo schiavo come la più stupida sguattera. Cerco una parola per il suo manifestarsi, non riesco a fare diversamente, la mia fiducia in una locuzione felice, in parole dunque, che possono fissare, anzi a volte perfino suscitare ogni manifestazione, ogni accadimento, mi sopravvive. Ma con lei fallisco. Era composta da elementi diversi, da grazia, soavità e fermezza, addirittura durezza, nella sua natura c'era una contraddizione che risultava irritante, ma anche seducente, che si sarebbe voluto ghermire, custodire o estirpare, anche a costo di annientare lei. Aveva molti amici, con cui non manteneva le distanze, di strati sociali che a quel tempo non frequentavo affatto, e cantava con loro, canzoni che faceva lei stessa. Era buona e aveva nello stesso tempo uno sguardo cattivo con cui leggeva dentro di me, ma non dentro di sè.
CASSANDRA - C.Wolf
Non mi piace quando finisci un libro che ti piace, perchè quando ne inizi un altro non ne assapori il gusto. E' come mangiare piccante, quel che viene dopo ha meno sapore